AFFLIZIONE E GLORIA

Da “Conforto per i cristiani”, di Arthur W. Pink, 1952

“Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria” (2 Corinzi 4:17).

Queste parole ci forniscono un motivo per cui non dovremmo scoraggiarci e cadere nella disperazione durante le prove, né essere sopraffatti dalle disgrazie. Le prove nel tempo ci insegnano a guardare alla luce dell’eternità. Affermano che le attuali afflizioni del cristiano esercitano un effetto benefico sul nostro “uomo interiore”. Se queste verità fossero fermamente prese in carico dalla fede, esse mitigherebbero gran parte dell’amarezza dei nostri dolori.

“Il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria”. Questo versetto presenta un’antitesi sorprendente e gloriosa, in quanto mette a confronto il nostro futuro stato di gloria con il nostro presente di afflizione. Qui c’è “tribolazione”, là c’è “gloria”. Qui c’è un “leggero peso”, là  “una quantità smisurata ed eterna”. Nella nostra afflizione c’è sia leggerezza che brevità: è un’afflizione leggera, ed è solo per un momento. Nella nostra gloria futura c’è solidità ed eternità! Per scoprire la preziosità di questo contrasto, consideriamo, separatamente, ciascun suo elemento, ma nell’ordine inverso in cui sono menzionati.

 1. “Una quantità smisurata ed eterna di gloria”. 

È significativo che la parola ebraica per “gloria” significhi anche “peso”. Quando si aggiunge peso al valore dell’oro o delle pietre preziose, questo aumenta il loro valore. La felicità del cielo non può essere descritta con le parole della terra; le espressioni figurative sono meglio calcolate per trasmetterci alcune idee imperfette. Qui nel nostro testo un termine è impilato sull”altro. Ciò che attende il credente è “gloria” e quando diciamo che una cosa è gloriosa abbiamo raggiunto i limiti del linguaggio umano per esprimere ciò che è eccellente e perfetto. Ma la “gloria” che ci aspetta è ponderata, sì, è “smisuratamente” più pesante di qualsiasi cosa terrestre e temporale; il suo valore sfida ogni possibiltà di calcolo; la sua trascendente eccellenza va oltre la descrizione verbale. Inoltre, questa meravigliosa gloria che ci attende non è evanescente e temporale, ma divina ed eterna; “eterna” non lo potrebbe essere se non fosse divina. Il grande e benedetto Dio ci darà ciò che è degno di se stesso, sì, ciò che è simile a se stesso, infinito ed eterno.

 2. “Il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione” 

(1) “Tribolazione” è il retaggio comune dell’esistenza umana. “Ma è l’uomo che genera pene, come le scintille volano in alto” (Giobbe 5:7). Questo fa parte del risultato del peccato. Non è giusto che una creatura caduta sia perfettamente felice nei suoi peccati. Né i figli di Dio sono esentati; “dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni” (Atti 14:22). Su una strada dura e accidentata, Dio ci conduce alla gloria e all’immortalità.

(2) La nostra afflizione è “leggera”. Le afflizioni non sono leggere in se stesse, perché spesso sono pesanti e gravi; ma sono relativamente leggere! Sono leggere se messe a confronto con ciò che meriteremmo davvero. Sono leggere se confrontate con le sofferenze del Signore Gesù. Ma forse la loro vera “leggerezza” si vede meglio confrontandole con il peso della gloria che ci sta aspettando. Come ha detto lo stesso apostolo in un altro posto, “Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi” (Romani 8:18).

(3) Sono “momentanee”. Se le nostre afflizioni dovessero continuare per tutta la vita e quella vita fosse uguale per durata a quella di Matusalemme, esse sarebbero comunque momentanee se messe a confronto con l’eternità che ci sta davanti. Al massimo la nostra afflizione non è che per questa vita presente, che è come un vapore che appare per un po ‘e poi svanisce. Oh, se Dio ci permettesse di esaminare le nostre prove nella loro vera prospettiva.

 3. La connessione tra i due 

La nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, “ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria”. Il presente sta influenzando il futuro. Non spetta a noi ragionare e filosofare su questo, ma prendere Dio in Parola e crederci. L’esperienza, i sentimenti, l’osservazione degli altri possono sembrare negare questo fatto. Spesso le afflizioni sembrano solo inasprirci e renderci più ribelli e scontenti. Ma si ricordi che le afflizioni non vengono inviate da Dio allo scopo di purificare la carne: sono progettate per il beneficio del “nuovo uomo”. Inoltre, le afflizioni aiutano a prepararci per la gloria che verrà. L’afflizione allontana il nostro cuore dall’amore per il mondo; ci rende più pazienti per il tempo in cui saremo tradotti da questa scena di peccato e dolore; ci consentirà di apprezzare (per contrasto) le cose che Dio aveva preparato per coloro che Lo amano.

Ecco allora ciò che la fede è invitata a fare: porre su un piatto della bilancia l’attuale afflizione, nell’altro la gloria eterna. Sono degni di essere paragonati? No, davvero. Un secondo di gloria sarà più che controbilanciato per tutta la vita della sofferenza! Quali sono gli anni di fatica, di malattia, di lotta contro la povertà, di persecuzione, sì, la morte di un martire, quando vengono soppesati dai piaceri della destra di Dio, che sono per sempre! Un respiro del Paradiso estinguerà tutti i venti avversi della terra! Un giorno nella Casa del Padre sarà più che controbilanciato gli anni che abbiamo trascorso in questo triste deserto. Possa Dio accordarci quella fede che ci permetterà di impadronirci anticipatamente del futuro e vivere nel godimento attuale di esso.

Signore, perché?

Colloquio spirituale fra l’anima e il suo Salvatore, circa gli efficaci meriti della sua dolorosa passione, di L. Bayly (1565-1631)

Anima: Signore, perché hai lavato i piedi dei tuoi discepoli?

Cristo: Per insegnarti come tu debba preparare te stessa prima di accostarti alla mia Santa Cena.

Anima: Signore, perché hai voluto lavarli tu stesso? (Giovanni 13:4).

Cristo: Per insegnarti la via dell’umiltà, se vuoi essere mio discepolo.

Anima: Signore, perché hai istituito la tua Santa Cena prima della tua morte? (Luca 22:19,20).

Cristo: Affinché tu potessi nel modo migliore rammentarti della mia morte, ed avere la certezza che tutti I meriti di quella sono tuoi.

Anima Perché sei voluto andare in un luogo dove tu sapevi che Giuda ti avrebbe trovato? (Giovanni 18:2).

Cristo: Affinché tu potessi renderti conto che io sono andato volontariamente a soffrire per i tuoi peccati, come tu andasti a commetterli.

Anima: Perché tu hai voluto cominciare la tua Passione in un giardino? (Giovanni 18:1).

Cristo: Perché è proprio in un giardino che il tuo peccato ebbe principio (Genesi 3:2).

Anima: Perché si erano addormentati i tre discepoli che tu avevi preso con te quando avevi cominciato la tua agonia? (Matteo 26:40).

Cristo: Per mostrarti che io solo ho compiuto l’opera della tua Redenzione (Isaia 43:5).

Anima: Perché contro di te ci sono stati così tanti complotti e ti sono state tese così tante insidie (Matteo 26:4).

Cristo: Affinché tu potessi essere liberata dal laccio dei cacciatori spirituali che vorrebbero la tua rovina (Salmo 124:7).

Anima: Perché ti lasciasti baciare da Giuda che ti tradiva? (Matteo 26:49).

Cristo: Affinché sopportando le parole di un dissimulatore io potessi lì iniziare ad espiare il peccato, là dove Satana lo ha portato per la prima volta nel mondo (Genesi 3:4,5).

Anima: Signore, perché hai voluto essere venduto per trenta pezzi d’argento? (Matteo 27:3).

Cristo: Affinché io potessi liberarti dall’eterna tua servitù.

Anima: Signore, perché hai offerto preghiere e suppliche, con tali forti grida e lacrime (Matteo 26:39; Ebrei 5:7).

Cristo: Perché io potessi spegnere la furia delle fiamme della giustizia di Dio che era tanto accesa contro di te.

Anima: Perché tu sentivi così tanta paura ed angoscia (Marco 14:33)?

Cristo: Affinché sostenendo l’ira di Dio, che era dovuta ai tuoi peccati, tu potessi trovare sicurezza e maggior consolazione nelle tue afflizioni e nella tua morte.

Anima: Signore, perché pregavi così spesso e con tanto ardore perché passasse via da te quel calice di dolore (Matteo 26:39,42,44)?

Cristo: Per farti conoscere l’orrore della maledizione divina che, essendo dovuta ai tuoi peccati, io la bevessi e sopportassi per te (Galati 3:13).

Anima: Perché desiderasti che la volontà di tuo Padre fosse fatta dopo aver pregati che quel calice passasse via da te (Luca 22:42)?

Cristo: Per insegnarti cosa devi fare in tutte le tue afflizioni; e quanto tu debba volontariamente debba risolverti a sopportare con pazienza l’afflizione che vedi provenire dalla mano giusta del tuo Padre celeste.

Anima: Signore, perché sudasti gocce di sangue (Luca 22:44)?

Cristo: Per poterti purificare dalle tue macchie e piaghe sanguinose del peccato.

Anima: Signore, perché ti sei lasciato prendere quando tu avresti potuto fuggire dalle mani dei tuoi nemici (Luca 22:54)?

Cristo: Affinché il tuo nemico spirituale non ti pigliasse, non ti cacciasse in prigione, e non ti gettasse nelle tenebre di fuori (Matteo 5:25; 22:13).

Anima: Signore, perché sei stato abbandonato da tutti I tuoi discepoli (Matteo 25:56).

Cristo: Per riconciliarti a Dio, dal quale tu eri abbandonato per causa dei tuoi peccati. 

Anima: Signore, perché hai voluto essere arrestato soltanto te (Giovanni 28:8).

Cristo: Per dimostrarti che l’ardente desiderio che io avevo di salvarti mi era molto più caro dell’amore di tutti I miei discepoli.

Anima: Perché mentre tu eri condotto al sommo sacerdote, lasciasti tu afferrare dai soldati un giovane, quello che incuriosito dal rumore che avevano fatto, si era alzato e che poi, lasciando cadere il lenzuolo dal quale era avvolto, era fuggito via (Marco 14:51,52)?

Cristo: Per farti vedere il furore con il quale i soldati volevano prendermi, e la mia potenza nel difendere dalle loro spietate mani tutti i miei discepoli, i quali sarebbero stati trattati ben peggio di quel giovane.

Anima: Signore, perché sei stato messo in catene e così condotto via (Matteo 27:2).

Cristo: Affinché tu potessi essere sciolto dalle tue iniquità.

Anima: Signore, perché sei stato rinnegato da Pietro (Luca 22:57,58,60)?

Cristo: Affinché io ti potessi confessare davanti al Padre mio, ed affinché tu imparassi a non confidarti nell’uomo e che la salvezza dipende dalla mia misericordia soltanto. 

Anima: Signore, perché hai voluto portare Pietro al ravvedimento attraverso il canto di un gallo (Matteo 25:74-75)?

Cristo: Affinché nessuno disprezzasse I mezzi che Dio ha stabilito per la loro conversione, benché sembrino vili e disprezzabili.

Anima: Signore, perché al canto di quel gallo ti sei voltato ed hai fissato lo sguardo su Pietro (Luca 22:61)?

Cristo: Affinché tu sapessi che senza il mio aiuto non c’è mezzo alcuno di convertire un peccatore a Dio una volta che sia scaduto dalla tua grazia.

Anima: Signore, perché sei stato tu coperto da un mantello di porpora (Giovanni 19:5)?

Cristo: Affinché potessi comprendere che se quand’anche i tuoi peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana” (Isaia 1:18).

An: Signore, perché sei stato incoronato di spine (Matteo 27:29)?

Cristo: Affinché portando spine, il primo frutto della maledizione del peccato, potesse apparire che sono io che porto via I peccati e la maledizione del mondo, ed affinché io potessi incoronare te con la corona della vita e della gloria (1 Pietro 5:4; Apocalisse 2:10).

Anima: Signore, perchè ti avevano messo una canna nella mano destra (Matteo 27:29)?

Cristo: Perché possa essere evidente che io non sono venuto a spezzerare una canna già incrinata (Matteo 12:20).

Anima: Signore, perché i soldati del governatore ti hanno deriso inginocchiandosi davanti a te e dicendo “Salve, re dei Giudei” (Matteo 27:29)?

Cristo: Affinché tu potessi insultare i demoni, che altrimenti si sarebbero burlati di te, come avevano fatto i Filistei con Sansone (Giudici 16:25).

Anima: Perché hai permesso che il tuo volto benedetto fosse contaminato da sputi (Matteo 27:30)?

Cristo: Perché il tuo viso fosse nettato dalla vergogna del peccato.

Anima: Perché ti hanno bendato il volto (Marco 14:65)?

Cristo: Affinché fosse rimossa la tua cecità spirituale e tu potessi contemplare il volto del Padre mio che sta in cielo.

Anima: Perché ti hanno percosso e schiaffeggiato, e ti hanno percosso con la canna sul capo (Matteo 26:67; 27:30)?

Cristo: Affinché tu potesti essere liberato dai colpi e dalle percosse delle furie dell’inferno.

Anima: Perché quelli che passavano ti insultavano scuotendo il capo (Matteo 27:39)?

Cristo: Affinché Dio potesse parlare con te di pace con la Sua Parola e con il Suo Spirito.

Anima: Perché il tuo volto è stato sfigurato con colpi e le tue guance lacerate da chi voleva strapparti la barba (Giovanni 19:3; Isaia 50:6).

Cristo: Affinché il tuo volto risplendesse glorioso come quello degli angeli in cielo (Matteo 13:43).

Anima: Perché sei stato così crudelmente flagellato (Giovanni 19:1).

Cristo: Affinché tu potessi essere liberato dal pungiglione della coscienza e dalle fruste dei tormenti eterni.

Anima: Perché subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, ti hanno messo in catene, ti hanno portato via consegnato al tribunale di Pilato (Marco 15:1)?

Cristo: Affinché tu potessi essere assolto nel giorno del giudizio di fronte al mio tribunale.

Anima: Signore, perché sei stato così falsamente accusato (Luca 23:2)?

Cristo: Affinché tu non fossi giustamente condannato.

Anima: Perché sei stato consegnato al governatore Pilato, un giudice straniero (Matteo 27:2)?

Cristo: Affinché tu fossi redento dalla servitù ad un tiranno infernale e perché fossi resituito a Dio, a cui appartieni per diritto.

Anima: Perché, oh Cristo, hai riconosciuto che Pilato aveva ricevuto potere su di te perché gli era stato dato dall’alto (Giovanni 19:11)?

Cristo: Affinché l’Anticristo, che pretende d’essere il mio vicario, non si esaltasse al di sopra dei principati e delle potenze (Tito 3:1; Romani 13:1; 1 Pietro 2:13,14).

Anima: Signore, perché hai patito sotto Ponzio Pilato, che presiedeva come delegato del Cesare di Roma (Luca 23:1,2; Giovanni 19:13 e ss.).

Cristo: Per mostrare come i Cesari ed I Pontefici di Roma sono fra I principali persecutori della mia chiesa e hanno crocifisso me e le membra del mio corpo (Notasi bene Apocalisse 11:8; 17:5-6; Romani 8:3).

Anima: Ma per qual motivo, oh Signore, sei stato condannato? (Luca 23:24; Romani 8:3).

Cristo: Affinché la Legge, condannando me, non condannasse te.

Anima: Ma perché sei stato condannato te, contro il quale non si poteva provare nulla (Matteo 27:24; Giovanni 19:6)?

Cristo: Affinché fosse chiaro che io ero stato condannato ed avessi sofferto non per le mie colpe, ma per le tue.

Anima: Signore, perché sei stato condotto a soffrire fuori dalle porte della città (Matteo 27:33; Ebrei 13:2)?

Cristo: Affinché io potessi portare te a riposare nella città celeste.

Anima: Perché, mentre ti conducevano via, hanno fermato un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli hanno messo addosso da portare la tua croce (Luca 23:26; Matteo 27:32)?

Cristo:  Per mostrare la debolezza alla quale mi ha portato l’onere dei tuoi peccati, e pure per mostrare come sia necessario uscire dai campi di questo mondo per incamminarsi verso la Gerusalemme celeste.

Anima: Signore, perché sei stato spogliato dalle tue vesti (Giovanni 19:23)?

Cristo: Affinché tu potessi vedere come io ho rinunciato a tutto per riscattarti.

Anima: Signore, perché sei stato innalzato su quella croce (Giovanni 12:32)?

Cristo: Per innalzarti con me in paradiso.

Anima: Signore, perché sei stato appeso ad un albero rendendoti così maledetto davanti a Dio (Deuteronomio 21:22-23; Galati 3:13)?

Cristo: Affinché ti potesse essere tolta la maledizione di aver mangiato il frutto di un albero proibito (Genesi 2:17).

Anima: Signore, perché sei stato crocifisso fra due malfattori (Luca 23:33)?

Cristo: Affinché tu potessi prendere posto fra gli angeli del cielo.

Anima: Signore, perché le tue mani e I tuoi piedi sono stati inchiodati sulla croce (Salmo 22:17; Giovanni 20:2 5)?

Cristo: Affinché le tue mani fossero libere di compiere opere di giustizia e I tuoi piedi camminassero nelle vie della pace.

Anima: Signore, perché ti hanno crocefisso al luogo detto Gòlgota, che significa “luogo del cranio” (Matteo 27:33), dove venivano gettati I morti più vili?

Cristo: Per assicurarti che la mia morte è vita per I morti.

Anima: Signore, perché I soldati non hanno potuto dividersi la tua tunica, senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo?

Cristo: Per mostrare che la mia Chiesa è una sola senza divisioni o scismi.

Anima: Signore, perché hai assaggiato vino mescolato con fiele (Matteo 27:34)?

Cristo: Affinché tu potessi mangiare il pane degli angeli e bere l’acqua della vita.

Anima: Signore, perché sulla croce tu hai detto: “E’ compiuto?” (Giovanni 19:30)?

Cristo: Affinché tu sapessi che con la mia morte la Legge è stata adempiuta ed realizzata la tua redenzione (Romani 10:4).

Anima: Signore, perché alla croce hai gridato: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Marco 15:34).

Cristo: Affinché tu, essendo abbandonato da Dio a causa dei tuoi peccati, non dovessi gridare per sempre fra i dolori dell’inferno: “Ohimé lasso!”.

Anima: Signore, perché nel momento della tua morte si fece buio su tutta la terra (Matteo 27:45)?

Cristo: Affinché tu potessi avere un’immagine dei dolori infernali che io ho patito per liberarti dagli abissi tenebrosi dell’inferno (2 Pietro 2:4; Giuda 5,6).

Anima: Signore, perchè le tue braccia sono state inchiodate allargate?

Cristo: Affinché io potessi abbracciarti amorevolmente con le braccia eterne della misericordia (Deuteronomio 33:27; Marco 10:16; Colossesi 2:14).

Anima: Perché uno di quei malfattori, che prima mai avevano operato il bene, ha ottenuto di essere condotto in paradiso con un pentimento così breve (Luca 23:42-43).

Cristo: Affinché tu potessi vedere la potenza della mia morte di perdonare coloro che si ravvedono dai loro peccati e che nessun peccatore debba disperare.

Anima: Signore, perché l’altro malfattore, pure crocifisso vicino a te, non ha ottenuto la stessa misericordia? (Luca 23:39)?

Cristo: Perché spetta a me decidere di chi avere misericorsia e chi lasciare nella sua ostinata durezza di cuore. Tutti devono temere e nessuno presumere (Romani 9:18).

Anima: Signore, perché sulla croce hai gridato a gran voce prima di rendere lo spirito (Matteo 27:50)?

Cristo: Perché non potesse sembrare che qualcuno mi togliesse la vita, ma che che io solo l’ho offerta in sacrificio (Giovanni 10:18).

Anima: Signore, perché hai affidato la tua anima nelle mani di tuo Padre (Luca 23:46)?

Cristo: Per insegnarti che cosa devi fare lasciando tu questa vita.

Anima: Signore, perché il velo del tempio si era squarciato in due, da cima a fondo, nel momento della tua morte (Matteo 27:51)?

Cristo: Per mostrare come la Legge levitica non sarebbe più stata un muro di divisione fra ebrei e Gentili e che la via del paradiso è ora aperta a tutti i credenti (Efesini 2:14; Ebrei 10:19,20).

Anima: Signore, perché la terra ha tremato e le rocce si sono spezzate alla tua morte (Matteo 27:51)?

Cristo: Per l’orrore di dover sopportare la morte del suo Signore e per denunciare la crudele durezza del cuore dei peccatori.

Anima: Signore, perché I soldati non ti hanno spezzato le gambe come hanno fatto a quei malfattori che erano stati crocifissi alla tua destra ed alla tua sinistra (Esodo 12:46; Giovanni 19:33)?

Cristo: Affinché tu potessi sapere che essi non avevano il potere di farmi nulla di più di quanto la Scrittura avesse predetto e che avrei dovuto soffrire per salvarti.

Anima: Signore, perchè il tuo prezioso fianco è stato trafitto con una lancia (Giovanni 19:34)?

Cristo: Affinché tu avessi modo di avvicinarti al mio cuore.

Anima: Signore, perché dal tuo fianco è uscito sangue ed acqua (Giovanni 19:34)?

Cristo Per assicurarti che io ero veramente morto, poiché il sangue del mio cuore grondava e l’acqua che era attorno al mio cuore colava, la quale, quando è sparsa una volta, l’uomo deve necessariamente morire.

Anima: Signore, perché, dalle tue ferite benedette, ne uscì prima il sangue e poi l’acqua?

Cristo: Per insegnarti due cose: Che per l’effusione del mio sangue la Giustificazione e la Santificazione erano adempiute a tua salvezza; e che il mio Spirito, attraverso il santo uso dell’acqua del battesimo e del sangue della Cena, opererà in te la giustizia e la santità, con la quale tu devi glorificarmi.

Anima: Signore, perché alla tua morte I sepolcri si sono aperti e molti corpi di credenti sono tornati in vita (Matteo 27:52)?

Cristo: Per insegnarti che la morte ha ricevuto dalla mia morte una ferita mortale ed è stata completamente sconfitta.

Anima: Signore, perché sei stato sepolto (Matteo 27:60)?

Cristo: Affinché I tuoi peccati non si levassero mai più in giudizio per accusarti.

Anima: Signore, perché il tuo corpo è stato deposto da due onorati consiglieri come Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea (Matteo 28:57; Giovanni 19:39-40)?

Cristo: Affinché la verità della mia morte, causa della tua vita, fosse certificata con maggiore evidenza a tutti.

Anima: Signore, perché sei stati inumato in un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto (Giovanni 19:41; Matteo 27:60)?

Cristo: Affinché potesse essere chiaro che sarebbe risuscitato il mio corpo, e non quello di un altro; e che era stato per mia propria potenza, e non per virtù di un altro come colui che era tornato in vita dopo essere stato a contatto con le ossa di Eliseo (2 Re 13:21).

Anima: Signore, perché tu sei risuscitato (Matteo 28:6)?

Cristo: Per assicurati che io sono stato consegnato alla morte a causa delle tue colpe e sono risuscitato per la tua giustificazione (Romani 14:25).

Anima: Signore, perché sono risuscitati molti corpi dei santi che prima dormivano, al momento della tua risurrezione (Matteo 27:52-53; Atti 17:31)?

Cristo: Per assicurarti che tutti i santi risorgeranno, in virtù della mia risurrezione, l’ultimo giorno.

Anima: Signore, come posso ricambiarti per tutto il bene che mi hai fatto (Salmo 116:12)?Cristo: Ama il tuo Creatore, e diventa una nuova creatura (Galati 6:15).

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E’ giusto che tutti muoiano “in Adamo”?

La Sacra Scrittura afferma che tutti gli esseri umani senza distinzione risultano essere peccatori “per la disubbidienza di un solo uomo”, il nostro comune progenitore Adamo, e che quindi la morte, come sanzione ultima del peccato, subentri a causa della nostra connessione con Adamo. C’è chi considera questo del tutto ingiusto. Non considera però il principio biblico di rappresentazione legale.

La Sacra Scrittura afferma che tutti gli esseri umani senza distinzione risultano essere peccatori “per la disubbidienza di un solo uomo” (Romani 5:19), il nostro comune progenitore Adamo, e che quindi la morte, come sanzione ultima del peccato, subentri a causa della nostra connessione con Adamo (1 Corinzi 15:22).

Molti oggi ritengono che una tale dottrina sia insensata, anzi, del tutto ingiusta! Essi dicono: “Ma che razza di Dio punirebbe tutte le persone per le conseguenze del peccato di un solo individuo? La Bibbia non dice forse anche che ognuno morirà per la sua propria iniquità? Infatti: ‘soltanto chi mangerà l’uva acerba avrà la bocca amara e soltanto chi ha peccato morirà’ (Geremia 31:30). Il profeta dice che Dio tratta ogni persona secondo il proprio peccato. Non mi punisce per quello che ha fatto mio padre, né punisce mio figlio per quello che ho fatto io, sebbene le conseguenze possano anche estendersi in tre o quattro generazioni”.

Certo, quello pure è scritto ed è così: ognuno sarà considerato colpevole sulla base del proprio comportamento soltanto. In quest’ultimo testo, però, si parla di singole trasgressioni, non della condizione generale di peccatori condannati che tutti ci accomuna. Inoltre, chi questo contesta non tiene conto del concetto pure biblico di rappresentazione. Adamo non solo era il nostro progenitore, ma era stato costituito rappresentante legale di tutta l’umanità che da lui sarebbe sorta.

Se pure non ci piace essere  ritenuti responsabili per ciò che qualcun altro ha fatto, ci sono occasioni pure nei nostri sistemi di giustizia in cui riconosciamo un certo livello di colpevolezza per ciò che un’altra persona fa attraverso quel che chiamiamo “‘associazione a delinquere” o “cospirazione criminale”. Ad esempio, tu potresti assumermi per uccidere qualcuno. Sono così io ad uccidere, ma a nche se sei stato lontano dalla scena del crimine e non hai premuto il grilletto, puoi ancora essere processato per omicidio di primo grado. Tutto quello che io ho fatto è attuare il tuo desiderio, ciò che tu mi hai assunto a fare. Anche se non hai premuto il grilletto, sei colpevole dell’intenzione di ciò che io ho effettivamente esercitato.

Potresti dire che questa è un’analogia della caduta ben misera perché nessuno ha assunto Adamo per peccare contro Dio nel mio nome. Ovviamente no. Egli, però, è stato costituito rappresentante legale di tutto il genere umano. 

Ancora una volta, tendiamo a trovarlo difficile da accettare perché non mi piace essere ritenuto responsabile di ciò che fa il mio rappresentante se io stesso non ho avuto l’opportunità di scegliere quel mio rappresentante. Certamente io non ho scelto Adamo a rappresentarmi. Questo è uno dei motivi per cui ci piace avere il diritto di eleggere i nostri rappresentanti in parlamento: le azioni che intraprendono in campo politico possono avere enormi conseguenze sulla nostra vita. Un ministro non può essere accusato egli solo di aver fatto ciò che I cittadini lo avevano eletto a fare. Se accusano lui, allora colpevoli sono pure tutti coloro che lo hanno eletto.

Non possiamo tutti andare in Parlamento per legiferare. Lo dobbiamo fare attraverso nostri rappresentanti e noi vogliamo eleggere i nostri rappresentanti nella speranza che rappresentino accuratamente i nostri desideri e volontà.

Certo, non siamo stati noi ad avere eletto Adamo come nostro rappresentante. La Scrittura, però, ci informa a chiare lettere che Adamo è stato costituito rappresentante dell’umanità con un atto sovrano ed insindacabile del Creatore, Dio perfettamente santo, perfettamente giusto e onnisciente. Ciò che ha fatto Adamo, quindi, ci coinvolge tutti, che ci piaccia o no. Noi tutti eravamo “in Adamo” ed agivamo in lui e con lui. Questo non solo dal punto di vista genetico, ma anche legale.

Se però persistiamo a considerare “un’ingiustizia” quanto Dio ha compiuto stabilendo Adamo come nostro rappresentante e considerandoci tutti peccatori colpevoli “in lui”, facciamo attenzione, perché, così facendo, pregiudicheremmo un altro punto essenziale della fede cristiana. Anche la redenzione in Cristo si basa sul principio della rappresentazione: E’ “in Cristo” che Dio ci concede la grazia della salvezza dal peccato e dalle sue conseguenze. Egli lo fa avendo costituito Cristo come nostro rappresentante, o “secondo Adamo” ai fini della nostra salvezza. Ciò che ci salva è quello che Egli ha compiuto in nostro favore in nostra rappresentazione, la sua giustizia, il suo comportamento irreprensibile, l’espiazione che Egli ha compiuto dei nostri peccati. Neanche in questo caso è quello che noi potremmo fare o non fare, come non potremmo eleggere un qualsiasi altro nostro rappresentante: “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati” (Atti 4:12).

Non è possibile scegliere dalla Sacra Scrittura solo quello che ci piace e contestare il resto. Tutto in essa ha un senso nel quadro di un sistema perfettamente logico e collegato. Quando in essa non capisci qualcosa o qualcosa non ti sembra accettabile, il problema sei tu, non la Scrittura! Essa è rivelazione dei propositi di Dio che ti sarà possibile comprendere pienamente solo approfondendone la conoscenza. Questo è fattibile, anzi, è tua responsabilità farlo, lo stesso come in quanto cittadino di una nazione ti si dice: “La legge non ammette ignoranza”.

“Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita” (1 Corinzi 15:22).

Non è la porta a cui di solito si pensa

Tutti abbiamo sentito evangelisti citare dall’Apocalisse: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Apocalisse 3: 20). Di solito l’evangelista considera questo testo come un appello al non convertito, dicendo: “Gesù bussa alla porta del tuo cuore. Se apri la porta, allora Lui entrerà”. Lo potrebbe fare veramente, [“aprire la porta del suo cuore a Gesù”]? Nel detto originale, tuttavia, Gesù aveva diretto le sue osservazioni ad una comunità cristiana [molto in difetto, che non si rendeva conto “di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo” (3:17)]. Non era un appello evangelistico.

E allora? [Non potrebbe questo applicarsi anche a non credenti?]. Il punto è che “la ricerca” è qualcosa che i non credenti possono fare da soli, spontaneamente. Il non credente di fatto non cerca Dio, anche se potrebbe [magari affermare di farlo]. Il non credente non “bussa”. [Il suo cuore è lontano da Dio, dal Cristo e non lo farà senza una forte sollecitazione che proviene dallo Spirito di Dio (per questo preghiamo Dio per la conversione di una persona, perché è sovranamente opera Sua)].

“Cercare” è ciò che fanno dei credenti. Jonathan Edwards disse: “La ricerca del Regno di Dio è l’attività principale della vita cristiana”. La ricerca è il risultato della fede, non la causa di essa.

[Certo], quando siamo convertiti a Cristo, usiamo il linguaggio della scoperta per esprimere la nostra conversione. Parliamo di “aver trovato” Cristo. Potremmo persino avere adesivi per paraurti con la scritta “L’ho trovato”! Queste affermazioni sono vere [nel senso che Cristo ci ha trovato e ha aperto Lui la porta del nostro cuore, avendone la chiave!]. L’ironia, però, è questa: una volta che abbiamo trovato Cristo, quella non è la fine della nostra ricerca, ma l’inizio. Di solito, quando troviamo ciò che stiamo cercando, quello segnala la fine della nostra ricerca. Ma quando “troviamo” Cristo, quello è l’inizio della nostra ricerca.

La vita cristiana inizia alla conversione; non finisce dove inizia. Cresce; passa da fede a fede, da grazia a grazia, da vita a vita. Questo movimento di crescita è stimolato dalla continua ricerca di Dio [della Sua presenza ed opera].

Nel tuo cammino spirituale, stai passando da fede a fede, da grazia a grazia, da vita a vita? Sei alla continua ricerca di Dio? [Di una sempre più grande comunione con Cristo?].

[R. C. Sproul]