L’ideologia del frullatore

Il frullatore (o mixer da cucina) è un utensile da cucina utilizzato per tritare, mescolare, omogeneizzare o emulsionare del cibo. Il frullatore è composto da un gruppo base contenente il motore che fa azionare il frullatore stesso, e la parte superiore rimovibile dove è possibile inserire gli ingredienti che devono poi essere frullati, triturati, sminuzzati, miscelati, chiuso da un coperchio per impedire la fuoriuscita degli ingredienti. 

Oggigiorno è molto popolare l’ideologia del frullatore [popolare anche perché ce l’hanno propinata in tutti I modi]. Che cos’è? L’idea che i popoli si debbano sistematicamente mescolare, omogeneizzare, che debbano sparire le differenze (ogni differenza) e questo, a dire dei suoi sostenitori, per “promuovere la pace e la giustizia”, per combattere il razzismo e il nazionalismo, per promuovere “una sola umanità” e la “razionalizzazione” ad ogni livello e, perché no, anche un solo “governo mondiale”. Tutto questo lo si considera come un processo inevitabile per il futuro e chi lo sostiene, per questo si definisce “progressista”. Questi principi li vediamo all’opera nei processi di unificazione politica, prima delle popolazioni della penisola italiana (dove attivamente si intendono cancellare le differenze culturali e linguistiche di ogni area, “dobbiamo fare gli italiani”), e poi l’unificazione europea (“mescoliamo i popoli”, “uniformiamo i sistemi politici ed economici), e infine anche l’unificazione mondiale, alla quale ambisce l’ONU. 

Chi potrebbe non essere d’accordo – si dice – con tali “sublimi ideali”? Chi non è d’accordo, difatti, lo si dipinge a fosche tinte, gli si attribuiscono etichette infamanti e lo si addita persino a “nemico dell’umanità”. Chi, però, non vuole portare il suo cervello all’ammasso (come molti fanno) e ha senso di discernimento, dice: “Un momento: a questo gioco io non ci sto. C’è un modo diverso di vedere le cose. Le differenze sono importanti, sono un valore irrinunciabile, e non necessariamente conducono ‘alle guerre'”.

Chi contribuisce, infatti, a promuovere questa “ideologia del frullatore”? Diverse forze coalizzate: i promotori del mondialismo (o globalizzazione, fra i quali coloro che vorrebbero abbattere tutte le frontiere), dell’egalitarismo, e in varie maniere il socialismo internazionalista (nelle sue varianti comuniste e nazi-fasciste), ciò che è stato identificato come l’ideologia gender (azzeramento delle differenze sessuali, e “fluidità” sessuale), le ambizioni massoniche, l’umanismo e una certa interpretazione della fede cristiana portata avanti dal Cattolicesimo romano (“cattolico”, infatti, significa “universale”). A tutto questo non è estraneo l’Islam, che ha altrettante ambizioni uniformatrici alle quali, quando può, per promuoverle non esita ad usare la violenza.

Personalmente io tutta questa “bella compagnia” (per modo di dire, ovviamente) la ripudio e la combatto, perché essa sola è l’unica e vera nemica dell’umanità. Valorizzo e promuovo le differenze (nel mio particolare ambito, linguistiche e culturali) e l’autonomia, nel reciproco rispetto e nella collaborazione. Mangiare gli omogeneizzati (e solo quelli) potrebbe essere il gusto e l’ambizione di tanti, ma non la mia. Preferisco la varietà. In ogni caso non tollero che gli “omogeneizzatori” considerino me (e la mia gente) come un ingrediente che debba essere essere frullato, triturato, sminuzzato, miscelato, e chiuso da un coperchio per impedirne la fuoriuscita!

Frutta e verdure”: ribelliamoci all’omogeneizzazione! 

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