Le risorse spirituali dei cristiani del passato

Ecco perché ripropongo alla vostra attenzione opere di spiritualità riformata e puritana come “La pratica della pietà”, di Luigi Bailey (1565-1631).

Epidemie, malattie, carestie, guerre, difficoltà di ogni genere: questo è ciò che dovevano affrontare costantemente le generazioni dei secoli passati – prive delle risorse mediche e sanitarie moderne e dalla vita molto dura. I cristiani, però, avevano risorse spirituali di prim’ordine che non solo davano loro forza di vivere, sopravvivere e morire con dignità ed eroismo, ma anche di produrre opere ed esempi di grande valore che hanno travalicato i secoli. 

In particolare Riformati e Puritani, nutriti di pura sapienza biblica, ci hanno lasciato in eredità opere letterarie che sono autentici tesori che solo pochi oggi conoscono ed apprezzano. Spesso misconosciute alla nostra generazione, troppo spesso superficiale e pressapochista – e nel contempo presuntuosa, perché crede di saperne di più e di meglio delle passate generazioni cristiane – queste opere rimangono nascoste nei musei o presso qualche collezionista. Sbaglieremmo se le considerassimo opere letterarie “di puro interesse storico”: quando ne affrontiamo senza pregiudizi la lettura ci rendiamo ben presto conto di avere sotto mano una sapienza che solo la stupidità moderna potrebbe sottovalutare.

Questo è ciò di cui mi sono reso conto quando ero pastore in Bregaglia, al servizio di chiese eredi di antiche ed ininterrotte tradizioni protestanti di lingua italiana. Facendo visita all’anziano organista della nostra comunità, avevo trovato come egli collezionasse in casa antichi libri del cinque, sei e settecento: libri di canto, catechismi, liturgie, manuali devozionali in lingua italiana della fede riformata classica, quelli che, insieme ad antiche copie della Bibbia, si tramandavano le famiglie di generazione in generazione (e che altrove erano state distrutte dal fuoco dell’Inquisizione). Mi ero così fatto imprestare diverso di questo materiale e mi sono appassionato alla sua lettura, e questo non per “motivazioni storiche”, ma cercando di coglierne ed assorbirne il valore spirituale, le lezioni. Avevo così ben presto scoperto come queste opere nutrissero il mio spirito molto di più di tante opere moderne, al cui confronto trovavo aride e inconsistenti.

Molte di queste antiche opere di fede riformata in italiano le avevo fotocopiate e alcune trascritte, cercando di aggiornarle dal punto di vista linguistico, dato che l’italiano antico è piuttosto difficile da leggere. Oggi, grazie a Dio, le ritrovo disponibili a tutti (e molte altre ancora!) in versione scannerizzata dalla Google Libri, la cui iniziativa trovo di stupefacente importanza, perché solo pochi andrebbero a cercarle e scartabellarle in musei sparsi per il mondo, là dove erano finite.

Insomma, per tornare al nostro punto di partenza, questi tesori letterari della fede cristiana, in particolare riformata e puritana (mi attengo alla mia tradizione senza per questo disprezzarne altre) sono tesori di sapienza biblica di estremo valore proprio oggi che i puntelli che sostengono la vita moderna, stanno collassando uno dopo l’altro dimostrando tutta la loro fragilità. Tutto questo ci manda in panico, ma potrebbe essere (anzi ne sono sicuro) un’azione provvidenziale di Dio che salva coloro che gli appartengono facendo loro riscoprire ed riutilizzare le risorse spirituali che hanno sostenuto efficacemente i nostri padri e madri nella fede.Ecco perché ripropongo alla vostra attenzione opere di spiritualità riformata e puritana come “La pratica della pietà”, di Luigi Bailey (1565-1631), che era proprio uno dei libri da me trovati e riscoperti nella biblioteca del mio anziano organista della Bregaglia (libro tradotto e diffuso nei secoli passati in molte lingue e che a me sarebbe stato altrimenti sconosciuto). Non è l’unico, anzi, ma faremmo bene ad assorbire anche oggi la sapienza biblica che lo ha ispirato.

http://enciclopediateologica.pbworks.com/w/page/139084803/La%20pratica%20di%20piet%C3%A0%20Copertina

Emergenze provvidenziali?

Interessante sviluppo. Leggo che via via nuove comunità cristiane, in seguito alle misure di prevenzione contagio che le hanno portate alla sospensione dei culti, stanno attivando il culto domenicale in diretta streaming sul web. Personalmente, io è dal 1995 che fornisco regolarmente ogni settimana, prima su radio locali e poi via Internet, predicazioni bibliche registrate e canto. Avevo sempre incoraggiato altri a farlo, ma con scarsi risultati. Finché il Signore me ne darà la possibilità, continuerò a farlo. L’ampliamento dell’uditorio porterà ad un aumento della qualità dei contenuti e ad una maggiore sensibilità evangelistica? Sì spera, perché tutto sarà davvero pubblico. Inoltre, proprio per la libertà dell’uditorio, vi sarà una sana “concorrenza”. Non ho mai detto che “comunità virtuali” siano preferibili, anzi, la funzione della comunità “fisica” rimane prioritaria, ma questi ultimi accadimenti possono rilevarsi provvidenziali sotto molti aspetti.

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