Date lode al gran Signor – diverse versioni cantate del Salmo 150

Date lode al gran Signor (Salmo 150)

Fiume 1993, Ginevra 1562, Iafrate 1999

1. Date lode al gran Signor
nel santuario del fulgor;
per le gesta ch’Egli fé
date lode al nostro Re,
per la somma Sua grandezza.
Or la tromba squillerà
e la cetra suonerà
al Signor con allegrezza.

2. Con festoso risuonar
e con agile danzar
s’alza verso il gran Signor
grande e lode e sommo onor,
verso il nome Suo potente.
Con la musica lodiam
il Signore e a Lui cantiam
gloria d’ogni cuor vivente.

Le prime tre versioni sono dal Salterio ginevrino e due sono cantate in olandese, ma potete cantarvi sopra con la versione italiana. Le altre due sono in francese (con una musica diversa).

Vedi anche qui

Psalm 150 vers 1 en 2 – Looft God, looft zijn Naam alom (Ginevrino, Olandese)
Psalm 150 vers 1, 2 en 3 – Looft God, looft Zijn naam alom (Ginevrino olandese, 2)
Koraalbewerking Psalm 150 – W. H. Zwart | Willem Hendrik Zwart (Ginevrino, organo solo)
da: Cheur de l’Abbaye de la Pierre qui vire (francese)
Cheur de la Cathédrale de Rennes (francese)

La Parola di Dio e la Legittima Difesa

[Mio articolo del 2017]

“Se il ladro, colto nell’atto di fare uno scasso, viene percosso e muore, non vi è delitto di omicidio. Se il sole è già sorto quando avviene il fatto, vi sarà delitto di omicidio” (Esodo 22:2-3).

Al cuore del dibattito sul controllo delle armi vi è la questione della legittima difesa. I cittadini possono desiderare di possedere un’arma per la caccia ed a fini ricreativi, ma la ragione principale di possedere un’arma è la legittima difesa contro i criminali e contro un governo tirannico. Un qualsiasi testo biblico che tratti di legittima difesa è centrale per determinare il diritto di possedere un’arma secondo la Legge di Dio. Forse il testo più cruciale per affrontare l’argomento è il testo sul diritto all’audo-difesa di Esodo 22:2-3.

Questo testo biblico compare nella porzione del Pentateuco conosciuta come “Il libro dell’Alleanza” (Esodo 21-23). Il Libro dell’Alleanza segue subito dopo i Dieci Comandamenti, e fornisce un’applicazione concreta ai principi di verità e giustizia contenuti nei Dieci Comandamenti attraverso “statuti e giudizi”.

Il contesto di Esodo 21:2-3 tratta del furto e del risarcimento. Nell’ambito della discussione sul furto viene presentato il caso di un ladro colto nell’atto di fare uno scasso. Nel caso di questa legge sono presentati due scenari.

Nel primo scenario, il ladro viene “colto nell’atto di fare uno scasso”, vale a dire, il ladro si introduce in casa dal tetto, dalla finestra o dalla porta durante le ore della notte. Vi è così l’ingresso forzato in una casa (o in una proprietà privata) e il proprietario sorprende il ladro. A questa situazione di allarme e minaccia (nel buio della notte non conosce l’intenzione, identità ed armi dell’intruso) il proprietario risponde uccidendo il ladro, che probabilmente è armato. La dichiarazione della Legge di Dio è che in queste circostanze il proprietario è innocente da atti illeciti ed è pienamente giustificato nell’usare forza letale per difendere sé stesso e la sua famiglia

La seconda circostanza implica un ladro “colto nell’atto di fare uno scasso” in una circostanza diversa, in questo caso “se il sole è già sorto” e, presumibilmente, il proprietario può identificare le intenzioni dell’intruso e vede che non è armato e che non pone una minaccia alla sua vita o integrità fisica, ma è semplicemente un ladro. Ciononostante, il proprietario uccide il ladro. In queste corcostanze il proprietario che fa uso di un arma letale è colpevole del delitto d’omicidio. Non si tratta quindi di legittima difesa (perché non è stato attaccato o minacciato), ma di un atto brutale contro una persona disarmata la cui sola indenzione è di sottrarre proprietà. La pena del furto è la restituzione, non la morte. Si tratta così del caso di soppressione non autorizzata di una vita umana e quindi è omicidio, punibile con la morte. La Legge di Dio autorizza la protezione della vita con l’uso di forza letale se necessario, ma la Legge di Dio non permette la difesa della proprietà allo stesso modo.

È importante notare che il caso presentato qui è quello di un ladro che implica lo spargimento del sangue. Questo caso è quindi un’applicazione della giustizia del Sesto Comandamento: “Non uccidere” (Esodo 20:13). Di conseguenza, la legge biblica sulla legittima difesa ci autorizza a difendere la nostra vita contro persone malvage che odiano Dio, la Sua Legge e la vita del loro prossimo.. Possiamo presumere che coloro che ci minacciano fisicamente con armi, disprezzano la vita che Dio ci ha dato, e quindi, noi possiamo difendere noi stessi contro un tale male fino al punto di uccidere il nostro assalitore.

Per concludere: consideriamo le implicazioni di Esodo 22:2-3 per il diritto alla legittima difesa.

  • Questo caso stabilisce il diritto alla legittima difesa. La Legge di Dio permette ad una persona di difendere sé stessa e la sua famiglia. Questa difesa potrebbe richiedere l’uso di forza letale, e quindio implica l’uso di armi.
  • Se una persona non è colpevole quando uccide un intruso sulla base della supposizione che possa essere armato o essere una minaccia per lei e la sua famiglia, ancora di più la Legge di Dio autorizza l’auto-difesa contro un assalitore armato che minaccia chiaramente la sua integrità fisica. Una persona è giustificata nel difendere sé stessa ogni qual volta è attaccata o la sua vita è in pericolo.
  • La responsabilità primaria per la difesa contro attacchi violenti è la responsabilità personale. La difesa della propria vita e quella della propria famiglia è principalmente una responsabilità individuale, non la responsabilità della comunità o del governo (le istituzioni). Non c’è alcuna indicazione che l’antico Israele avesse una forza di polizia o esercito regolare. Gli uomini armati di Israele, sotto la direzione dei loro magistrati, erano l’esercito. Vi è certamente la necessità di amare il nostro prossimo e di venirgli in aiuto se lo possiamo fare. La prima linea di difesa contro la violenza e l’aggressione è la persona che è pronta ad usare la forza necessaria per difendere la sua vita e coloro dei quali è responsabile (ad esempio la sua famiglia).
  • Ogni tipo di arma è ammissibile per la legittima difesa. In questo caso la legge non dice che il proprietario è colpevole se fa uso di una spada ma non colpevole se fa uso di una mazza. La questione non è di quali armi, ma il diritto all’autodifesa. La Legge di Dio non fa una distinzione arbitraria fra armi accettabili o non accettabili per la legittima difesa. Non ci sono leggi bibliche che limitano l’accesso di cittadini alle armi necessarie per la legittima difesa, Limitare l’accesso dei cittadini ad armi letali (ad esempio armi da fuoco) vuol dire limitare la propria capacità di auto-difesa. Controllo delle armi vuol dire controllo della legittima difesa, e quindi potrebbe dire pregiudicarla. Chi vorrebbe che fosse controllata e limitata la capacità dell’individuo a difendersi, se non deliquenti e tiranni?
  • Il caso di questa legge biblica è di per sé un grande deterrente per i criminali. Dopo tutto, i cittadini sono armati ed autorizzati ad uccidere, se necessario, intrusi ed aggressori!
  • Questo caso, inoltre, mette dei freni all’individuo nell’uso delle armi nell’auto-difesa. Deve fare molta attenzione, affinché non faccia uso di forza letale quando non sarebbe necessaria. Se lo fa lo pagherebbe con la vita.

E’ giusto che tutti muoiano “in Adamo”?

La Sacra Scrittura afferma che tutti gli esseri umani senza distinzione risultano essere peccatori “per la disubbidienza di un solo uomo”, il nostro comune progenitore Adamo, e che quindi la morte, come sanzione ultima del peccato, subentri a causa della nostra connessione con Adamo. C’è chi considera questo del tutto ingiusto. Non considera però il principio biblico di rappresentazione legale.

La Sacra Scrittura afferma che tutti gli esseri umani senza distinzione risultano essere peccatori “per la disubbidienza di un solo uomo” (Romani 5:19), il nostro comune progenitore Adamo, e che quindi la morte, come sanzione ultima del peccato, subentri a causa della nostra connessione con Adamo (1 Corinzi 15:22).

Molti oggi ritengono che una tale dottrina sia insensata, anzi, del tutto ingiusta! Essi dicono: “Ma che razza di Dio punirebbe tutte le persone per le conseguenze del peccato di un solo individuo? La Bibbia non dice forse anche che ognuno morirà per la sua propria iniquità? Infatti: ‘soltanto chi mangerà l’uva acerba avrà la bocca amara e soltanto chi ha peccato morirà’ (Geremia 31:30). Il profeta dice che Dio tratta ogni persona secondo il proprio peccato. Non mi punisce per quello che ha fatto mio padre, né punisce mio figlio per quello che ho fatto io, sebbene le conseguenze possano anche estendersi in tre o quattro generazioni”.

Certo, quello pure è scritto ed è così: ognuno sarà considerato colpevole sulla base del proprio comportamento soltanto. In quest’ultimo testo, però, si parla di singole trasgressioni, non della condizione generale di peccatori condannati che tutti ci accomuna. Inoltre, chi questo contesta non tiene conto del concetto pure biblico di rappresentazione. Adamo non solo era il nostro progenitore, ma era stato costituito rappresentante legale di tutta l’umanità che da lui sarebbe sorta.

Se pure non ci piace essere  ritenuti responsabili per ciò che qualcun altro ha fatto, ci sono occasioni pure nei nostri sistemi di giustizia in cui riconosciamo un certo livello di colpevolezza per ciò che un’altra persona fa attraverso quel che chiamiamo “‘associazione a delinquere” o “cospirazione criminale”. Ad esempio, tu potresti assumermi per uccidere qualcuno. Sono così io ad uccidere, ma a nche se sei stato lontano dalla scena del crimine e non hai premuto il grilletto, puoi ancora essere processato per omicidio di primo grado. Tutto quello che io ho fatto è attuare il tuo desiderio, ciò che tu mi hai assunto a fare. Anche se non hai premuto il grilletto, sei colpevole dell’intenzione di ciò che io ho effettivamente esercitato.

Potresti dire che questa è un’analogia della caduta ben misera perché nessuno ha assunto Adamo per peccare contro Dio nel mio nome. Ovviamente no. Egli, però, è stato costituito rappresentante legale di tutto il genere umano. 

Ancora una volta, tendiamo a trovarlo difficile da accettare perché non mi piace essere ritenuto responsabile di ciò che fa il mio rappresentante se io stesso non ho avuto l’opportunità di scegliere quel mio rappresentante. Certamente io non ho scelto Adamo a rappresentarmi. Questo è uno dei motivi per cui ci piace avere il diritto di eleggere i nostri rappresentanti in parlamento: le azioni che intraprendono in campo politico possono avere enormi conseguenze sulla nostra vita. Un ministro non può essere accusato egli solo di aver fatto ciò che I cittadini lo avevano eletto a fare. Se accusano lui, allora colpevoli sono pure tutti coloro che lo hanno eletto.

Non possiamo tutti andare in Parlamento per legiferare. Lo dobbiamo fare attraverso nostri rappresentanti e noi vogliamo eleggere i nostri rappresentanti nella speranza che rappresentino accuratamente i nostri desideri e volontà.

Certo, non siamo stati noi ad avere eletto Adamo come nostro rappresentante. La Scrittura, però, ci informa a chiare lettere che Adamo è stato costituito rappresentante dell’umanità con un atto sovrano ed insindacabile del Creatore, Dio perfettamente santo, perfettamente giusto e onnisciente. Ciò che ha fatto Adamo, quindi, ci coinvolge tutti, che ci piaccia o no. Noi tutti eravamo “in Adamo” ed agivamo in lui e con lui. Questo non solo dal punto di vista genetico, ma anche legale.

Se però persistiamo a considerare “un’ingiustizia” quanto Dio ha compiuto stabilendo Adamo come nostro rappresentante e considerandoci tutti peccatori colpevoli “in lui”, facciamo attenzione, perché, così facendo, pregiudicheremmo un altro punto essenziale della fede cristiana. Anche la redenzione in Cristo si basa sul principio della rappresentazione: E’ “in Cristo” che Dio ci concede la grazia della salvezza dal peccato e dalle sue conseguenze. Egli lo fa avendo costituito Cristo come nostro rappresentante, o “secondo Adamo” ai fini della nostra salvezza. Ciò che ci salva è quello che Egli ha compiuto in nostro favore in nostra rappresentazione, la sua giustizia, il suo comportamento irreprensibile, l’espiazione che Egli ha compiuto dei nostri peccati. Neanche in questo caso è quello che noi potremmo fare o non fare, come non potremmo eleggere un qualsiasi altro nostro rappresentante: “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati” (Atti 4:12).

Non è possibile scegliere dalla Sacra Scrittura solo quello che ci piace e contestare il resto. Tutto in essa ha un senso nel quadro di un sistema perfettamente logico e collegato. Quando in essa non capisci qualcosa o qualcosa non ti sembra accettabile, il problema sei tu, non la Scrittura! Essa è rivelazione dei propositi di Dio che ti sarà possibile comprendere pienamente solo approfondendone la conoscenza. Questo è fattibile, anzi, è tua responsabilità farlo, lo stesso come in quanto cittadino di una nazione ti si dice: “La legge non ammette ignoranza”.

“Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita” (1 Corinzi 15:22).

Non è la porta a cui di solito si pensa

Tutti abbiamo sentito evangelisti citare dall’Apocalisse: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Apocalisse 3: 20). Di solito l’evangelista considera questo testo come un appello al non convertito, dicendo: “Gesù bussa alla porta del tuo cuore. Se apri la porta, allora Lui entrerà”. Lo potrebbe fare veramente, [“aprire la porta del suo cuore a Gesù”]? Nel detto originale, tuttavia, Gesù aveva diretto le sue osservazioni ad una comunità cristiana [molto in difetto, che non si rendeva conto “di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo” (3:17)]. Non era un appello evangelistico.

E allora? [Non potrebbe questo applicarsi anche a non credenti?]. Il punto è che “la ricerca” è qualcosa che i non credenti possono fare da soli, spontaneamente. Il non credente di fatto non cerca Dio, anche se potrebbe [magari affermare di farlo]. Il non credente non “bussa”. [Il suo cuore è lontano da Dio, dal Cristo e non lo farà senza una forte sollecitazione che proviene dallo Spirito di Dio (per questo preghiamo Dio per la conversione di una persona, perché è sovranamente opera Sua)].

“Cercare” è ciò che fanno dei credenti. Jonathan Edwards disse: “La ricerca del Regno di Dio è l’attività principale della vita cristiana”. La ricerca è il risultato della fede, non la causa di essa.

[Certo], quando siamo convertiti a Cristo, usiamo il linguaggio della scoperta per esprimere la nostra conversione. Parliamo di “aver trovato” Cristo. Potremmo persino avere adesivi per paraurti con la scritta “L’ho trovato”! Queste affermazioni sono vere [nel senso che Cristo ci ha trovato e ha aperto Lui la porta del nostro cuore, avendone la chiave!]. L’ironia, però, è questa: una volta che abbiamo trovato Cristo, quella non è la fine della nostra ricerca, ma l’inizio. Di solito, quando troviamo ciò che stiamo cercando, quello segnala la fine della nostra ricerca. Ma quando “troviamo” Cristo, quello è l’inizio della nostra ricerca.

La vita cristiana inizia alla conversione; non finisce dove inizia. Cresce; passa da fede a fede, da grazia a grazia, da vita a vita. Questo movimento di crescita è stimolato dalla continua ricerca di Dio [della Sua presenza ed opera].

Nel tuo cammino spirituale, stai passando da fede a fede, da grazia a grazia, da vita a vita? Sei alla continua ricerca di Dio? [Di una sempre più grande comunione con Cristo?].

[R. C. Sproul]

Emergenze provvidenziali?

Interessante sviluppo. Leggo che via via nuove comunità cristiane, in seguito alle misure di prevenzione contagio che le hanno portate alla sospensione dei culti, stanno attivando il culto domenicale in diretta streaming sul web. Personalmente, io è dal 1995 che fornisco regolarmente ogni settimana, prima su radio locali e poi via Internet, predicazioni bibliche registrate e canto. Avevo sempre incoraggiato altri a farlo, ma con scarsi risultati. Finché il Signore me ne darà la possibilità, continuerò a farlo. L’ampliamento dell’uditorio porterà ad un aumento della qualità dei contenuti e ad una maggiore sensibilità evangelistica? Sì spera, perché tutto sarà davvero pubblico. Inoltre, proprio per la libertà dell’uditorio, vi sarà una sana “concorrenza”. Non ho mai detto che “comunità virtuali” siano preferibili, anzi, la funzione della comunità “fisica” rimane prioritaria, ma questi ultimi accadimenti possono rilevarsi provvidenziali sotto molti aspetti.

http://riflessioni.riforma.pw/

Chi è maggiormente stupido e irresponsabile?

Di fronte alle crisi globali sentiamo spesso richiami alla preghiera e questo va bene. Quando, però, sentiamo leader religiosi dalle loro finestre o pulpiti che ci chiamano all’ubbidienza a quanto Dio ci ha rivelato nella Bibbia ed al ravvedimento per non averlo fatto? E’ da migliaia di anni, infatti, che Dio ci ha insegnato la prevenzione delle malattie e l’igiene, ma e ancora oggi c’è chi mette da parte come “superata” la legge biblica e la deride, persino nelle chiese! C’è sempre un buon motivo per tutto ciò che Dio ci comanda di fare o di non fare.

Se uno studiasse attentamente le istruzioni di Dio agli israeliti, suo popolo eletto, vedrebbe come molte di quelle istruzioni di fatto precorrono i tempi e se si fossero prese seriamente tanti problemi nel mondo non ci sarebbero stati e non continuerebbero ad esserci e a mietere vittime. Ad esempio, Dio ha detto che il topo, la talpa, le lucertole, ecc. sono “animali impuri” e non dovremmo nutrircene. Davvero sono comandamenti “stupidi”? Non dovevano mangiarli o usare qualsiasi contenitore che li toccassero a meno che non potesse essere purificato con acqua corrente (Levitico 11: 29-38).

Non a caso Dio aveva comandato di separare anche i lebbrosi dal resto del popolo e aveva dato precise indicazioni per sapere che cosa fosse lebbra (Levitico 13:1-46). Aveva avvertito anche che la lebbra poteva essere diffusa da abiti o altre cose (Levitico 13:39-59). Altre malattie potevano essere diffuse da secrezioni dal corpo di una persona malata (Levitico 15:1-33). Dio aveva dato a Israele leggi sulla conservazione del cibo e la pulizia degli utensili come pure la promessa: “Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce” (Esodo 15:26).

Nel libro dei Numeri, Dio disse che chiunque toccasse un cadavere sarebbe stato “impuro” – e da mettersi in quarantena. Doveva lavarsi il terzo e 7 ° giorno. Chiunque o qualcosa nella tenda quando uno è morto era impuro e deve lavarsi o essere lavato con acqua corrente per essere “purificato”, così come essere cosparso di ceneri e acqua speciali, quindi poteva mescolarsi con gli altri (Numeri 19:11-19). Dio, poi, esigeva che la coppia di un uomo e una donna fossero reciprocamente sessualmente fedeli e aveva avvertito chiaramente che l’infedeltà sessuale (o la promiscuità) è causa di malattie mortali (Proverbi 7: 1-23). In Levitico 3:17. Dio proibisce di mangiare grasso o sangue: oggi è noto come possa causare vari problemi fisici.

Abbiamo l’esempio storico del Dr. Semmelweis che lavorava in un ospedale di Vienna. Lì 1 madre su 6 stava moriva di parto. Perché? Il dott. Semmelweis non si lavava le mani passando da un paziente all’altro, e persino dopo avere fatto autopsie. Il dottor Semmelweis era giunto alla conclusione che lavarsi le mani tra autopsie e pazienti avrebbe ridotto le morti. Applicando quella semplice regola il tasso di mortalità effettivamente diminuiva, ma si erano stancati di così tanto di lavarsi che quella regola l’avevano sospesa. In realtà deridevano il Dr. Semmelweis e lo disprezzavano, ed alla fine lui pure fu licenziato! Eppure migliaia di anni prima Dio aveva detto chiaramente che era essenziale lavarsi, essere purificati.  

Uno studio più attento di Esodo, Numeri e Levitico ci stupirebbe. Davvero sono libri “primitivi” e “superati”? Noi pensiamo di sapere meglio, ma… sono pieni di pratiche e procedure che promuovono la prevenzione e la salute migliaia di anni prima di noi che, basati su verità scientifiche solo ora scopriamo quello che dice la medicina, la scienza e la tecnologia moderne. Si tratta esattamente di quello che ci aspetteremo se l’universo fosse stato creato da Dio [ed è stato creato da Lui] e ci avesse dato le sue Scritture ispirate [così come ha fatto]. 

Ma si sà, oggi si ride delle “stupide” prescrizioni date ad Israele, suo popolo… Chi è più stupido, però?

L’ideologia del frullatore

Il frullatore (o mixer da cucina) è un utensile da cucina utilizzato per tritare, mescolare, omogeneizzare o emulsionare del cibo. Il frullatore è composto da un gruppo base contenente il motore che fa azionare il frullatore stesso, e la parte superiore rimovibile dove è possibile inserire gli ingredienti che devono poi essere frullati, triturati, sminuzzati, miscelati, chiuso da un coperchio per impedire la fuoriuscita degli ingredienti. 

Oggigiorno è molto popolare l’ideologia del frullatore [popolare anche perché ce l’hanno propinata in tutti I modi]. Che cos’è? L’idea che i popoli si debbano sistematicamente mescolare, omogeneizzare, che debbano sparire le differenze (ogni differenza) e questo, a dire dei suoi sostenitori, per “promuovere la pace e la giustizia”, per combattere il razzismo e il nazionalismo, per promuovere “una sola umanità” e la “razionalizzazione” ad ogni livello e, perché no, anche un solo “governo mondiale”. Tutto questo lo si considera come un processo inevitabile per il futuro e chi lo sostiene, per questo si definisce “progressista”. Questi principi li vediamo all’opera nei processi di unificazione politica, prima delle popolazioni della penisola italiana (dove attivamente si intendono cancellare le differenze culturali e linguistiche di ogni area, “dobbiamo fare gli italiani”), e poi l’unificazione europea (“mescoliamo i popoli”, “uniformiamo i sistemi politici ed economici), e infine anche l’unificazione mondiale, alla quale ambisce l’ONU. 

Chi potrebbe non essere d’accordo – si dice – con tali “sublimi ideali”? Chi non è d’accordo, difatti, lo si dipinge a fosche tinte, gli si attribuiscono etichette infamanti e lo si addita persino a “nemico dell’umanità”. Chi, però, non vuole portare il suo cervello all’ammasso (come molti fanno) e ha senso di discernimento, dice: “Un momento: a questo gioco io non ci sto. C’è un modo diverso di vedere le cose. Le differenze sono importanti, sono un valore irrinunciabile, e non necessariamente conducono ‘alle guerre'”.

Chi contribuisce, infatti, a promuovere questa “ideologia del frullatore”? Diverse forze coalizzate: i promotori del mondialismo (o globalizzazione, fra i quali coloro che vorrebbero abbattere tutte le frontiere), dell’egalitarismo, e in varie maniere il socialismo internazionalista (nelle sue varianti comuniste e nazi-fasciste), ciò che è stato identificato come l’ideologia gender (azzeramento delle differenze sessuali, e “fluidità” sessuale), le ambizioni massoniche, l’umanismo e una certa interpretazione della fede cristiana portata avanti dal Cattolicesimo romano (“cattolico”, infatti, significa “universale”). A tutto questo non è estraneo l’Islam, che ha altrettante ambizioni uniformatrici alle quali, quando può, per promuoverle non esita ad usare la violenza.

Personalmente io tutta questa “bella compagnia” (per modo di dire, ovviamente) la ripudio e la combatto, perché essa sola è l’unica e vera nemica dell’umanità. Valorizzo e promuovo le differenze (nel mio particolare ambito, linguistiche e culturali) e l’autonomia, nel reciproco rispetto e nella collaborazione. Mangiare gli omogeneizzati (e solo quelli) potrebbe essere il gusto e l’ambizione di tanti, ma non la mia. Preferisco la varietà. In ogni caso non tollero che gli “omogeneizzatori” considerino me (e la mia gente) come un ingrediente che debba essere essere frullato, triturato, sminuzzato, miscelato, e chiuso da un coperchio per impedirne la fuoriuscita!

Frutta e verdure”: ribelliamoci all’omogeneizzazione! 

Tempo di Riforma: www.riforma.pw